Canali Minisiti ECM

Cavoli e broccoli: le loro sostanze chimiche naturali possano dissolvere gli emboli e trattare i pazienti di ictus

Cardiologia Redazione DottNet | 18/08/2022 18:44

Le sperimentazioni pre-cliniche finora condotte usando modelli animali mostrano che il loro uso nel combattere gli ictus potrebbe essere ampliato individuando le molecole che mitigano il rischio di infarto

Sono tra i cibi più impopolari nei menu familiari - broccoli, cavoli, cavolfiori e cavoletti di Bruxelles - ma le loro proprietà salutari sono fuori questione.     Ora una nuova ricerca dell'Heart Research Institute e dell'University of Sydney indica che le loro sostanze chimiche naturali possano dissolvere gli emboli e trattare i pazienti di ictus, oltre a migliorare l'efficacia dei farmaci fluidificanti. Le sperimentazioni pre-cliniche finora condotte usando modelli animali mostrano che il loro uso nel combattere gli ictus potrebbe essere ampliato individuando le molecole che mitigano il rischio di infarto. Il responsabile del progetto Xuyu Liu dell'University of Sydney, specializzato nello sviluppo di farmaci a piccole molecole, scrive sul sito dell'ateneo che una dieta accresciuta di broccoli e cavoletti di Bruxelles in particolare può raddoppiare la probabilità di sbloccare le arterie e potenzialmente di evitare gli ictus. "La ricerca segna la prima volta in cui si esamina come alimentiamo con questi cibi il sistema di circolazione del sangue.

pubblicità

L'obiettivo di lungo termine è di sviluppare nuovi trattamenti che possano agire sulla formazione di emboli a livello molecolare". L'ictus avviene quando l'alimentazione di sangue al cervello è interrotta, affamando le cellule di ossigeno e di nutrienti e alla fine causando un ictus ischemico - una forma di embolia che ostruisce il flusso sanguigno. Liu aggiunge che le sperimentazioni precliniche del suo gruppo di ricerca hanno isolato con successo una sostanza chimica naturale nei broccoli, chiamata isothiocyanato, capace di raddoppiare il tasso di disostruzione delle arterie, rispetto ai correnti farmaci TPA (Attivatore tissutale del plasminogeno). Nella prossima fase del progetto, i farmaci saranno sottoposti a sperimentazione umana, con l'obiettivo di produrre un farmaco bevanda che combini in se' le molecole più efficaci per trattamento antitrombotico.

Commenti

Rispondi

I Correlati

La MIP-C si può sviluppare anche in chi ha avuto il virus lieve

Una review pubblicata sul Journal of Traslational Medicine punta i riflettori su alcuni alimenti che fanno parte integrante della dieta mediterranea, ma che vengono spesso sottovalutati

Minelli: "La parola chiave è moderazione"

La ricerca dell'Università dell'Australia Occidentale, i risultati di una revisione sistematica e una metanalisi che ha esaminato 11 studi su oltre 24mila partecipanti

Ti potrebbero interessare

Lo Scompenso Cardiaco rappresenta una patologia estremamente rilevante, la cui prognosi è simile ai tumori severi. In Italia a soffrirne sono circa 600mila persone e si stima che la sua prevalenza raddoppi a ogni decade di età

I fattori di rischio che minacciano la salute di cuore e arterie sono tanti ma gli strumenti per neutralizzarli non mancano

La valvola ha ricevuto il marchio CE† per l'impianto in pazienti con stenosi calcifica della valvola aortica nativa a tutti i livelli di rischio chirurgico e in pazienti con insufficienza di una valvola bioprotesica transcatetere o chirurgica per paz

Lo studio MINICAR “Management del paziente Ipercolesterolemico a rischio basso-moderato: quando il Nutraceutico corre In soccorso dello specialista CARdiologo” conferma l’efficacia di Liponamed per ottenere una significativa riduzione fino al 18% dei

Ultime News

Pubblicate sull’European Journal of Cancer le raccomandazioni stilate da esperti provenienti da 5 continenti e da società scientifiche internazionali

La MIP-C si può sviluppare anche in chi ha avuto il virus lieve

Radiologi e clinici del Policlinico Gemelli hanno ideato un metodo per 'taggare' con una piccola spirale metallica (microcoil) queste lesioni

Di natura infiammatoria cronica e progressiva, è provocata da un “corto circuito” del sistema immunitario. Interessa l’esofago causandone il restringimento. La sua principale conseguenza è che diventa difficile, a volte impossibile, la deglutizione